Dopo il picco raggiunto alla fine di agosto, in Kenya non c’è stata nessuna “seconda ondata”, lo ha confermato ieri, martedì 15 settembre, il Ministero della sanità keniana nel presentare numeri che hanno fatto registrare la più bassa percentuale degli ultimi 4 mesi tra nuovi positivi e tamponi effettuati, addirittura sotto il 3%.
Andando verso la stagione calda, pur aspettando le piccole piogge a fine ottobre, la percezione è che il Paese abbia superato il periodo peggiore, anche se il Ministero, per voce della Direttrice Sanitaria Mercy Mwangangi, invita a continuare a rispettare regole e restrizioni perché comunque il virus non è ancora sconfitto e continua, seppur in numeri minori, a mietere vittime, soprattutto tra le persone che soffrono di diabete che in Kenya non sono poche. Anche ieri, a fronte di soli 96 nuovi contagi, 10 persone hanno perso la vita, anche se c’è da registrare il dato positivo di 121 guarigioni. I pazienti dimessi, dall’inizio del mese, sono sempre di più, e in larga maggioranza, di quelli ricoverati.
“Per quel che riguarda il Covid-19 – ha spiegato Mwangangi – i nostri ricercatori hanno condotto studi genetici comparandoli con quelli internazionali e sono giunti alla conclusione che il nostro virus non è diverso da quello degli altri Paesi. In Kenya abbiamo molti malati, specialmente i diabetici, che possono avere complicazioni gravi e tanti già (il conto è salito a 634 ndr) hanno perso la vita. Raccomandiamo a tutti quindi di continuare a rispettare distanze e indossare mascherine”.
Un monito è giunto anche ai politici di tutta la Nazione che stanno scaldando pian piano i motori per le future campagne elettorali in vista delle elezioni del 2022. Se decidono di organizzare meeting e aggregare persone da palchi di comizi, siano i primi a far rispettare le regole di distanziamento e prevenzione.