Percentuali a livelli di nuovo preoccupanti in Kenya, dopo l’ultima tornata di tamponi delle 24 ore precedenti a martedì 13 ottobre, e il Governo annuncia la possibilità di una seconda ondata.
Sono stati trovati 318 pazienti positivi al virus Covid-19 su 2592 tamponi analizzati, un dato preoccupante per quanto riguarda i casi in tutto il Paese, in proiezione. Per quanto le percentuali degli asintomatici sul totale rimangano alte.
“Una seconda ondata è probabilmente possibile -  ha annunciato il Segretario Amministrativo della Sanità keniota, Dottor Rashid Abdi Aman - Oggi il nostro tasso di positività è superiore al 12 per cento. È un segnale pericoloso. Gli incontri pubblici e gli assembramenti sono un terreno fertile per il virus. Stiamo monitorando attentamente la situazione nelle scuole, ma il rischio che i bambini trasmettano il virus è basso. Nonostante questo richiederemo di effettuare i test nelle scuole con il più alto numero di studenti per ridurre le infezioni. Abbiamo reagenti sufficienti per il prossimo trimestre".
I casi attivi all’interno del Paese sono attualmente 9810, su 41937 persone che hanno contratto il Coronavirus dallo scorso mese di marzo.
“Abbiamo però avuto segnalazioni di infezioni su pazienti che avrebbero dovuto essere immuni – ha rivelato Abdi Aman – il problema delle reinfezioni su chi era già guarito è un argomento su cui tuttora si dibatte”.
Anche ieri i decessi in Kenya sono andati in doppia cifra. 10 i morti in positività, che portano il numero totale di chi non ce l’ha fatta a 787.
Contemporaneamente sono stati dimessi 243 pazienti, portando il numero totale delle guarigioni a 31.340.
Il Ministero della Salute ha puntato il dito particolarmente sul sovraccarico dei mezzi pubblici nelle città, specie dopo la riapertura di scuole ed università.
“Faccio appello a tutti i kenioti affinché siano sempre vigili, ora più che mai, per proteggere i bambini che frequentano le nostre scuole – ha detto Abdi Aman - i veicoli per il trasporto pubblico non devono riempirsi e le misure preventive devono essere rispettate per prevenire nuove infezioni e trasmissioni”.