AMICI DELLO TSAVO
18-04-2017 di Giovanna Grampa
Cieli azzurri, nuvole bianche , caldo soffocante e non una goccia di acqua.
Da troppo tempo la siccità non allenta la sua morsa feroce e lo Tsavo, per chi come noi mancava da circa due mesi , ora appare un gigantesco animale in letargo che sta consumando le sue ultime energie lentamente, con estrema parsimonia, in attesa della tanto sospirata pioggia ,l’unica terapia reidratante in grado di fare miracoli.
Solo qualche zona verde disseminata qua e là lungo il percorso del fiume Galana, luoghi ombrosi e preziosi per gli animali che durante il giorno vi si rifugiano per evitare le ore più calde della giornata.
Termometro alla mano , in certe zone ci sono quasi 50 gradi centigradi al sole e solo pochi animali hanno la resistenza fisica di stare in ambienti aperti a brucare non si sa che cosa.
Gli erbivori sono i primi a soffrirne : gli elefanti mangiano erba secca e spesso si vedono scortecciare i tronchi degli alberi per cercare di trarne un nutrimento non certo sostanzioso. Anche i dikdik, le graziose antilopi nane, che solitamente sfrecciano come saette al minimo rumore, rassegnate stanno sedute in coppia all’ombra di bassi e secchi cespugli, guardandosi intorno con i loro occhioni dolci.
I bufali vagano nelle varie zone pianeggianti alla ricerca di erba e delle fonti d’acqua che, per fortuna, non mancano del tutto grazie ai vari interventi della Sheldrick Wildlife Trust. Arrivano stremati e si dissetano, sempre vigili, perché nei dintorni non mancano famiglie di leoni che aspettano con calma all’ombra dei pochi alberi ad alto fusto rimasti o tra cespugli ben mimetizzati.
Alla vista dei bufali le leonesse annusano la loro presenza , socchiudono leggermente gli occhi quasi a voler focalizzare meglio l’ambita preda che quasi sempre è l’animale più debole o più giovane ma comunque tra i più isolati.
E all’improvviso ad un segnale convenuto, sconosciuto a noi umani, scattano sulla preda con una tecnica ancestrale, trasmessa con i geni del loro DNA centrando facilmente l’obiettivo e …voilà la cena è pronta per tutto il branco.
Le grandi famiglie di elefanti sono sicuramente migrate in terre più verdi che offrono miglior nutrimento. Le matriarche non possono mettere in pericolo la sopravvivenza delle loro famiglie e quelle poche rimaste sanno come raggiungere le fonti di acqua e cibo.
Una nota positiva : da qualche settimana nella zona della Pipeline si è formato un piccolo lago profondo circa 30/40 cm. abbastanza esteso: lì convivono branchi di elefanti, bufali, giraffe e altri erbivori che , tutti insieme, hanno ritrovato un nuovo eden. Lo spettacolo è tra i più emozionanti, soprattutto dopo aver percorso parecchi chilometri alla ricerca di animali che se ne stanno però ben nascosti.
Le previsioni meteo promettono pioggia dopo Pasqua? Speriamo che siano centrate e che sullo Tsavo cadano gocce come lacrime di gioia, abbondanti.
In pochi giorni tutto può cambiare , ritornando allo splendore di verdi rigogliosi e lussureggianti , ai profumi di vaniglia dei fiorellini in mezzo all’erba ed assistere alla felicità di tutti gli erbivori che potranno saziarsi a volontà.
Forse, in questo caso, i carnivori dovranno spendere qualche energia in più per procurarsi il cibo , ma poco importa. Lo Tsavo attende solo di risvegliarsi dal suo stato comatoso.
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