Ancora incertezza tra le fila del Governo keniano per cercare di contenere i contagi del virus durante le feste, a cominciare dal prossimo fine settimana che coincide con la festa nazionale del Jamhuri Day.
Dalla riunione di ieri non sono uscite decisioni e il Presidente Kenyatta si è riservato di parlare alla Nazione nei prossimi giorni, presumibilmente prima di giovedì, anche se c’è chi pensa ad un suo annuncio ufficiale sabato 12, proprio in contemporanea con le celebrazioni dell’Indipendenza del Paese. Nel meeting del Comitato Nazionale per l’Emergenza Sanitaria (NERC) si sono espresse le due fazioni in campo: quella composta dai Governatori delle Contee, fermi sulla loro richiesta formulata dal Presidente del Consiglio Oparanya, che chiede a nome dei suoi colleghi la chiusura dei movimenti tra Contee prima e durante le festività per evitare il deflusso dei cittadini dalle città ai villaggi natii per riunirsi con i parenti, e quella di parte degli operatori sanitari che vorrebbero spostare nuovamente indietro l’inizio del coprifuoco e riportarlo, solo per queste settimane, alle 7 di sera.
Alla fine è probabile che si opti per una soluzione a metà, che accontenti (o scontenti, all’italiana...) tutti o quasi. Quindi lockdown di sette o otto Contee e coprifuoco alle 21.
Ma sono solo supposizioni, solo il Presidente potrà confermare o smentire tra qualche giorno.
Intanto dal Ministero della Salute si comunicano dati che fanno trasparire la mancanza di tamponi e di azioni di controllo serrate, con 199 casi su appena 2416 tamponi effettuati, Percentuale quindi ancora sotto il 10%, ed anche con questi numeri irrisori è un risultato positivo. Per avere un’idea di come la Nazione sia poco sotto controllo, dopo quasi dieci mesi di pandemia, solo ora si sta per raggiungere il milione di tamponi, ovvero il 2% della popolazione.
Sono cinque i nuovi decessi e 435 le guarigioni. I casi gravi negli ospedali del paese sono circa 200.