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14-08-2018 di redazione
"Questa settimana ho perso parecchi amici, ma il Kenya deve andare avanti nella sua opera di ripristino della legalità, in ogni settore".
Chi ha parlato così è il Presidente della Repubblica del Kenya, Uhuru Kenyatta, all'indomani delle prime grandi demolizioni di palazzi e centri commerciali nella Capitale Nairobi.
Già due importanti centri commerciali sono "saltati": il South-End Mall e cui l'Ukay Centre di Westgate che per anni ha ospitato uno dei più importanti supermercati della defunta catena Nakumatt. Anche un Java Café nel popolare quartiere di Kileleshwa è stato abbattuto, insieme a molte proprietà private di quella zona che sorgono a ridosso dei canali che si collegano al Nairobi River.
"Zona delle acque fredde", così i maasai chiamavano Nairobi prima dell'arrivo dei britannici, che la bonificarono e iniziarono a costruire.
Con la sua espansione, nel corso degli anni, il costruttori non si sono preoccupati di occupare terreni demaniali, o costruire a ridosso delle falde acquifere, sbordando senza rispettare le leggi.
In Kenya le cose più o meno hanno sempre funzionato in questo modo, e ormai chi ha occupato questi terreni per "usucapione" è sconcertato di vederseli togliere su due piedi, ancorché per una giusta battaglia di moralizzazione del Paese. Ma c'è anche un altro motivo, durante le ultime piogge la città ha subito gravi danni e perdite a causa dell'impossibilità di canalizzare l'acqua piovana e per l'esondazione del Nairobi River e di altri corsi d'acqua minori. Per non parlare di dighe e laghi artificiali più o meno regolari. In un caso, quello della Patel Dam in periferia, il suo trabocco ha causato 80 morti.
Il Governo vuole evitare nuove emergenze e tragedie annunciate.
Dall'altra parte ci sono le ragioni di chi ha acquistato proprietà regolarmente e vi opera business, che di colpo si trova senza nulla e non sembra possa essere nemmeno risarcito. Nei casi di scuole, ospedali e chiese si dice che verranno concessi terreni altrove, ma tempistiche e modalità sono ancora tutte da verificare.
Argomento davvero difficile su cui prendere posizione, certo è che il Governatore di Nairobi Mike Sonko non guarda in faccia a nessuno e ha dichiarato: "Anche una mia importante proprietà sorge in un terreno dove non si sarebbe potuto costruire, e non mi opporrò al suo abbattimento".
Sono oltre 4000 gli edifici già marchiati per la demolizione dalla National Environmental Management Authority insieme con l'azienda dell'acqua della Contea di Nairobi.
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