SAFARI
25-08-2019 di redazione
Maasai Mara “fully booked” in questi giorni per la grande migrazione degli gnu.
Sembra di parlare del pienone di un singolo hotel o lodge in savana, ma in realtà a non avere più un letto o una branda libera è un’intera riserva naturale in Kenya, fatto senza precedenti. Soprattutto considerando il proliferare di campi e vere e proprie strutture alberghiere ai margini della stessa.
La Grande Migrazione è stata segnalata dalla prestigiosa rivista National Geographic, dal canale di viaggi della CNN e da altri siti e magazine specializzati come uno dei dieci spettacoli naturali del pianeta da non perdere assolutamente nella vita. Questa fama crescente ha portato gli arrivi di agosto a superare ha sicuramente Gli arrivi di agosto hanno già toccato le 100 mila presenze, con un aumento del 90 per cento rispetto al 2017. La conferma arriva dal Direttore della Riserva, Christine Daabash. “Siamo passati dai 9.000 turisti dello scorso aprile ai 26.535 di giugno, per arrivare a superare probabilmente i 100.000 alla fine di questo mese” ha detto Daabash ai media.
Durante la settimana scorsa le prenotazioni hanno continuato a fioccare e nuovi fuoristrada hanno percorso le vicinanze del fiume Mara nella speranza di assistere alle epiche e drammatiche attraversate del fiume Mara da parte degli gnu che cercano pascoli più verdi in Tanzania e devono evitare il pericolo mortale dei coccodrilli. Molti tour operator hanno deciso di prendere prenotazioni pur non potendo poi far alloggiare i propri turisti e appassionati di safari in strutture d’accoglienza, così gli abitanti della regione, i maasai, hanno messo a disposizione le loro caratteristiche capanne, chiamate “manyatta”, dove già fanno alloggiare spesso personale dei lodge, driver e guide.
Per chi vuole vivere un’escursione vera, calata completamente nella realtà africana, può essere molto più di una soluzione d’emergenza. Le manyatta sono pulite e sistemate per l’occasione e i maasai la sera propongono la loro carne abbrustolita ai fuochi nel villaggio, anche se molti turisti preferiscono i ristoranti dei lodge che, pur senza poter fornire loro camere da letto, hanno capienza per far mangiare e bere i gruppi.
(foto gentilmente concessa da Paolo Torchio)
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