SATIRA
19-08-2020 di Freddie del Curatolo
La voglia di Kenya per gli italiani è quasi come l’astinenza da cioccolato per un goloso o di marunghi per un autista di autobus di Mombasa.
E' una dolce pena comprensibile, anche se il nostro Paese (anzi, sempre più il Vostro) già è abbastanza provato dalle note vicissitudini, dal tira e molla di decreti e de-cretini e dall’incertezza sulle ripartenze autunnali, che gli ci mancano giusto le paturnie degli orfani di Malindi e Watamu.
Sono almeno 25 anni, da quando scrissi il primo vademecum "Come diventare un perfetto residente italiano a Malindi" che mi occupo di questa categoria unica di connazionali e devo continuare a ringraziarli per gli spunti che mi offrono per scritti e spettacoli vari.
Però in questo caso alcuni di voi hanno superato il limite e ve lo devo proprio dire: è inutile che mi subissiate di e-mail, whatsappate e messengerate varie, mettetevelo in testa una volta per tutte: NON E’ COLPA DEL KENYA SE NON POTETE VENIRE QUI ADESSO!
Fino al 7 settembre il decreto firmato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte parla chiaro: niente turismo fuori dai Paesi dell’area Schengen.
E soprattutto IO NON POSSO FARCI NIENTE! Così come anche il Consolato Onorario di Malindi né l’Ambasciata d’Italia a Nairobi possono aiutarvi.
Lo so che anche quando trascorrete qui mesi e mesi, vi aggrappate a noi quando siete davvero in difficoltà, evitando però accuratamente di segnalare la vostra presenza in loco come richiesto dal Ministero degli Esteri, caldamente peraltro dopo 3 mesi di soggiorno...
Quindi evitate di chiedermi se posso mandarvi una lettera che dice che siete richiesti urgentemente qui per un’attività di volontariato o per partecipare ad un evento.
Al massimo potete provare con una certificazione dello Stars And Garters, il noto locale di Malindi, che giura che avete prenotato uno sgabello alle 18 di domenica 30 agosto per bere una Bitter Lemon in compagnia di Jennifer o di Katana.
Invece ai messaggi che mi chiedono se anche il Kenya faccia parte dell’area Schengen...non ce la faccio proprio.
Passerò per maleducato, ma non vi rispondo.
Scherzi a partner, che poi qualcuno sia riuscito a partire facendosi passare per residente al check-in questo è un altro paio di maniche.
C’è chi ha assistito a scene del tipo “Senta...lo vede quanti timbri del Kenya che ho sul passaporto? E’ che quel Governo di zulù mica mi ha fatto quello della residenza, ma se vuole chiamiamo l’Ambasciatore che è un amico di famiglia e gli conferma che non sono affatto un turista, senta qui: Jambo Rafiki, abarigani mzuri sana asante karibu pole pole! Vede, so anche la lingua locale”.
“Vabbè...ho capito...vada”.
D’altronde le compagnie aeree hanno tutto l’interesse che si sappia in giro che alla fine si riesce a partire, già vendono biglietti come caviale beluga a Kakamega.
Ma può andare bene come può andare male, non conviene giocarsi un ticket oltretutto infrangendo una regola europea, per quanto possa apparire ingiusta.
Così come è altrettanto possibile che all’arrivo in Kenya riusciate a passare la dogana aeroportuale con l’esame sierologico e anche senza il Tampone PCR come richiesto dalle autorità locali.
Ma non vale la pena rischiare, ovviamente.
Ma l’astinenza è una brutta bestia.
Allora ci si riprova con gli escamotage.
Numero Uno: ricongiungimento familiare.
“Valgono anche i cugini?”
La prima risposta che mi verrebbe da dare a questa mail a cui non ho ancora risposto è: “Sì, ma solo quelli di terzo grado”.
Della scala Richter, però...
La maggior parte di queste richieste arrivano da fidanzati e fidanzate di giovani keniani che “convivono” o che “sono una coppia di fatto”, alcuni addirittura hanno già fatto (dicono) le pratiche per sposarsi. Ecco, forse questo è un buon motivo per rispondere che – mi spiace moltissimo – ma non potete tornare a Watamu fino almeno al 2028.
C’è anche chi mi chiede se l’adozione a distanza vale un ricongiungimento.
Sono desolato, non è prevista. Neanche se l’avete dedotta dalle tasse.
A proposito di tasse...
Escamotage Numero Due: “Ho la casa di proprietà in Kenya, quindi di fatto mi trasferirei nel mio secondo domicilio. Mi basta segnalare questo con un’autocertificazione?”
“E’ probabile di sì, ma deve chiedere in Prefettura. Chiaramente la sua seconda casa è stata dichiarata in Italia, vero?”
Nessuna risposta e nessun altro messaggio da questo lettore.
Non c’è niente da fare, se volete approfittare delle regole, i primi ad essere in regola dovreste essere voi. Stante il fatto che nessuno è un santo e siamo tutti figli di Alberto Sordi.
Quindi se mia sorella decidesse di venirmi a trovare, sicuramente le faccio avere un certificato medico tarocco che dice che è meglio che venga a darmi l’estremo saluto.
Per tutti gli altri drogati d’Africa, invece per € 250 sono disposto a diventare loro cugino di terzo grado.
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