EDITORIALE
08-05-2018 di Freddie del Curatolo
Torna la voglia di trasferirsi a Malindi.
Arriva la bassa stagione e le caselle mail di malindikenya.net traboccano di richieste di consigli, dritte, spiegazioni.
Curriculum Vitae spediti e nozioni un po' confuse di cui si chiede conferma.
C'è chi pensa di poter trovare lavoro come fosse nella Comunità Europea, chi chiede se con una pensione di 900 euro si può campare felici.
In realtà le domande dovrebbero riguardare la sanità, le assicurazioni, i permessi di soggiorno e lavoro, le leggi da rispettare...ma il sogno è sempre qualcosa di poco razionale, anche quando si trasferisce su un progetto (quasi) serio.
Malindi in ogni caso continua ad essere un nome evocativo, e anche per noi rimane nonostante tutto un luogo unico nel mondo.
Celebrata spesso per quello che non è, ricordata per come era e immaginata per come potrebbe essere, in realtà Malindi è esattamente come riesce ad apparire: inimitabile.
Ricca di contraddizioni, immersa nella natura, multietnica, multireligiosa, pacifica (e chi si ostina a dire il contrario dovrebbe avere la buonafede e il buonsenso di fare paragoni con altre realtà così povere, per accorgersi che qui la violenza quotidiana è ai minimi mondiali) e in evoluzione.
Ci vorrebbe così poco a renderla meno disperata ed è proprio dal quel punto di vista che tante persone di cuore, con mezzi grandi e piccoli, ci stanno provando: sanità, educazione, integrazione.
Malindi però è anche un luogo turistico, dove convergono interessi e si fanno investimenti.
Un luogo in cui si incontra un campionario del genere umano che ha pochi precedenti.
Ma anche tra gli stessi connazionali, vedere pensionati che l'hanno scelta unicamente per il clima e il basso costo della badante mescolarsi con volontari integrati nel sottobosco locale, milionari che sorseggiano drink ai bordi delle piscine conoscere al bar industriosi squattrinati che hanno aperto una piccola attività per sbarcare il lunario nella magia dell'Africa, chi non vuole più tornare nel Belpaese e chi se non prende l'aereo in direzione europa ogni tre mesi impazzisce, può sembrare surreale, ma è la maniera più completa e attuale per capire chi siamo (anche perché dove andiamo e perché siamo qui dovremmo saperlo o al massimo chiederlo a qualcuno in swahili).
Le mail di italiani che continuano a chiedere informazioni per trasferirsi qui aumentano e non ci stancheremo mai di rispondere ad ognuno di persona.
Quel che consigliamo sempre a tutti, prima di fare un "salto nel vuoto" è una vacanza esplorativa, un primo approccio con questo luogo che non vanta nemmeno tentativi d'imitazione, perché sarebbero impossibili.
L'ideale, potendoselo permettere, sarebbe un periodo di "conoscenza" di due o tre settimane, per vedere Malindi non con gli occhi edulcoranti del turista, ma con lo sguardo di chi vuole davvero capire se possa essere il posto giusto dove trasferirsi, vivere, investire non solamente a livello economico, ma anche sul proprio futuro, su una possibile nuova vita.
Ci si può provare.
CLICCANDO QUI ALCUNE INFO SU MALINDI E WATAMU, PER CHI VORREBBE TRASFERIRSI
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