La costa del Kenya non è una zona sismica.
Nemmeno il resto del Paese lo è, i crateri spenti da millenni nella Rift Valley hanno creato splendidi laghi e grotte mistiche su montagne sacre.
A Malindi però fino all’anno scorso avevamo il Vulcano Max.
Un’eruzione continua di allegria, positività, sogni e progetti.
Mario Aquilino se n’è andato improvvisamente un anno fa, veramente troppo presto, ed è ancora difficile dimenticare la sua scia sotto il cielo africano.
Lo so Max, non avresti voluto che scrivessi qualcosa di commemorativo, men che meno di triste.
Infatti l’ho solo accennato, ma non lo farò.
D’altronde il tuo celebre motto “E’ un peccato lamentarsi” è diventato anche il mio.
Preferisco allora scrivere cosa avremmo fatto insieme negli ultimi dodici mesi, tra le iniziative benefiche a favore di Asante Sana Children Home in Italia, gli spettacoli e un nuovo format per aiutare i giovani talenti locali a Malindi nel periodo di Natale e la concretizzazione di altre due o tre idee che avevi in mente e che stavano prendendo forma, discutendone insieme.
In mezzo a questa confusione costruttiva, non ci saremmo dimenticati di godere di cene memorabili, aperitivi al tramonto, rilassanti bagni e chiacchierate in piscina e passeggiate sulla spiaggia di Silversand, con l’interruzione di un tuo sketch con il venditore di aragoste o le “mama kikoy”.
Poi a marzo sarebbe cambiato tutto anche per te e non oso pensare al leone in gabbia che saresti diventato a Treviglio e a quante te ne saresti inventate per far star meglio la gente e tenere alto il morale a tutti mentre sfilavano le bare sotto a casa tua e si allungavano le code di persone impaurite e tristi nella farmacia di famiglia. Avrebbe avuto bisogno di te, Bergamo, del tuo entusiasmo, del tuo saper trovare i diamanti anche nel letame e convincere tutti che vivere è una sfida, ma la fortuna è poterla raccontare come un’avventura.
E poi, appena aperte le frontiere ad agosto, saresti tornato come sempre nella tua Malindi.
E anche noi qui ci saremmo resi conto che, con te tra le scatole, il mondo era migliore.
Ma lo è ancora, pensandoti. Perché...è un peccato lamentarsi.
E questi versi sono per te, ovunque tu stia facendo casino.

E’ UN PECCATO LAMENTARSI

E’ una splendida mattina
cielo limpido e sereno
perchè l’Africa è vicina
io ci arrivo con il treno

Il mio treno di progetti
di emozioni da giocare
tanti sogni nei cassetti
nel mio mondo solidale

Ma senza amici non è vita
qui mi chiamano rafiki
tra una birra e una grigliata
cene, feste, balli e inviti
è un piacere ritrovarsi
e un peccato lamentarsi

Sono un uomo fortunato
perché vivo di passioni
non mi sono mai fermato
con fiducia nel domani

E Malindi è una famiglia
solamente un po’ allargata
il mio campo di battaglia
dove rido alla giornata

Ma ora qui c’è un altro cielo
e ho qualcuno a cui parlare
del mio gaio eterno volo
da Treviglio fino al mare
Sarà bello rincontrarsi...
perché è un peccato lamentarsi