CAMBIAMENTI
12-03-2018 di Freddie del Curatolo
Le pagine dei quotidiani e i più autorevoli blog on line del Paese azzardano pronostici su come proseguirà lo sviluppo del Kenya (o meglio, di una parte del Kenya...) dopo l'improvviso accordo di collaborazione tra il Presidente Uhuru Kenyatta e l'eterno sfidante dei Governi, Raila Odinga.
Accordo che ha lasciato stupiti per primi gli alleati del leader della coalizione NASA, che già hanno preso posizione. Il Vice Kalonzo Musyoka a favore della possibilità di lavorare "tutti insieme per il bene del Paese", Musalia Mudavadi accusandolo di personalismo e di spaccare l'alleanza, il leader del Movimento di Resistenza Popolare Miguna Miguna, ora esiliato in Canada, chiamando il suo ex capo "traditore".
In realtà questa svolta che potrebbe avere il Segretario di Stato americano Rex Tillerson come manovratore neanche troppo occulto, deve ancora mostrare le sue conseguenze dirette sull'amministrazione pubblica.
Specialmente con i Governatori delle Contee gestite dall'Opposizione, come nel caso di Kilifi e Mombasa.
Qui i due leader, Amason Kingi e Hassan Joho, che più volte hanno accennato a formare un partito della Costa, potrebbero ancor più prendere le distanze da Nairobi, ma in questo modo si troverebbero da soli a combattere non più contro il potere centrale, ma contro due giganti.
Battaglia impari che sicuramente non gioverebbe alla Regione.
Così la via diplomatica sembra la più probabile, anche perché in questo momento le finanze dello Stato sono a zero e il Paese ha bisogno di ripartire senza indebitarsi ulteriormente, soprattutto con la Cina, come espressamente richiesto dagli americani.
Quanto le località turistiche della costa, frequentate da migliaia di italiani, possono guadagnare da questo accordo?
Sicuramente per noi è una buona notizia, perché alcune situazioni di stallo (vedi aeroporto internazionale) sono dovute anche al ping-pong di interessi e responsabilità tra Contea e Governo.
Ma, come è visibile in questi giorni lungo la principale arteria cittadina, la Mombasa-Malindi e seguentemente la Malindi-Lamu, grandi lavori stradali sono in atto, e anche velocemente. Lavori che erano stati annunciati ma che quando arrivano, fanno piazza pulita ai bordi delle carreggiate spazzando via (purtroppo) piante, baracchini e in qualche caso anche attività più grosse, come nel caso del ristorante Bob Marley a Kwandomo.
Ora resta da capire come'è la nuova Malindi pensata dal Governo nell'ambito della sua "Vision 2030" che dovrebbe rivoluzionare il Paese soprattutto a livello di infrastrutture. Sovrintendenti di diversi ministeri in passato hanno prospettato per Malindi un modello moderno, ipotizzando di introdurre leggi per abbattere le strutture dimesse e non più utilizzate, dare incentivi per innalzare di livello quelle desuete, riattivare i terreni in dispute perenni, pensare ad un arredo urbano all'altezza della sua fama e per evitare l'etichetta di "decadente" che sta prendendo il sopravvento.
Sicuramente sarà una cittadina divisa in due: una parte moderna e dedicata ai servizi, ad una viabilità migliore e più consona a un agglomerato in espansione che si avvia ben oltre i cinquantamila abitanti, e una parte turistica con servizi adeguati ed innalzati di livello.
Per quest'ultimo punto ci sarà bisogno di Odinga, ovvero dell'Opposizione che dovrà domostrare di voler davvero, al di là delle parole e della diplomazia mostrata dall'incontro dei due leader, di lavorare nella stessa direzione del Paese: migliorando la situazione delle strade non statali (tutte, praticamente), rendendo ospitale e turistico il lungomare, prendendosi cura delle spiagge e della pulizia della cittadina.
Di fronte ad un lavoro comune ed unità d'intenti, è sicuro che anche l'industria turistica straniera farà la sua parte.
Aspettando poi, come in un sogno di cui si attende sempre il risveglio, che qualcosa accada dalle parti dell'aeroporto...
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