“Questo virus non guarda in faccia a nessuno: non gli interessa se avete pelle nera, bianca o di altro colore e non guarda al vostro portafoglio. Quindi siete tutti tenuti a rispettare le regole, le distanze di almeno un metro e mezzo l’uno dall’altro e a mettere le mascherine. Dobbiamo prepararci al peggio per cercare di evitarlo”.
Sagge parole quelle del Presidente Uhuru Kenyatta, nell’annunciare ieri altri due morti di Coronavirus in Kenya, che fanno salire il totale dei decessi a 6. Tra di loro c’è un pilota della Kenya Airways, che aveva effettuato il suo ultimo volo riportando a casa cittadini keniani dagli Stati Uniti, un anziano uomo d’affari seriamente malato di diabete tornato dal Sudafrica, un bambino di sei anni immunodepresso, ma anche l’ex direttore del Golf Club di Mombasa, 51 anni, che apparentemente non presentava patologie pregresse. Gli altri due casi fatali annunciati ieri non sono stati ancora rivelati. I nuovi contagiati di ieri sono 16, il che fa salire a 158 i casi totali, e come sempre la maggioranza di questi ha sede nella Capitale e gli altri sono divisi tra le Contee di Mombasa, Kwale e Kilifi. Nairobi guida la triste graduatoria con l’82% dei positivi, da qui la decisione di Kenyatta di chiudere le frontiere regionali a Nairobi, in tutta l’area urbana e suburbana. Stop a treni, aerei e bus che avrebbero trasportato migliaia di cittadini fuori dalla Capitale per le vacanze Pasquali. Per 21 giorni a partire da ieri nessuno potrà tornare al villaggio natio o intraprendere un viaggio fuori città.
Blocco anche alle tre contee costiere, come ampiamente spiegato nell’altro articolo di oggi, ma da mercoledì 8 alle 19.