Due giorni con lo stesso numero di casi, sia pur con un centinaio di tamponi analizzati in meno. Per il secondo giorno di seguito nell’arco di 24 ore in Kenya si sono registrati 133 nuovi casi di positività al virus Covid-19, che portato il totale dei contagiati a 3860 e quello dei casi attivi a 2429.
Sono ora quasi 122 mila i test effettuati, quasi sempre “mirati” laddove si è certi di trovare molti positivi, anche se le percentuali in questo senso rimangono basse ma non rassicuranti.
Il Covid-19 in Kenya si sta propagando, anche se lentamente e senza quella forza che altrove nel mondo ha causato morti e ricoveri nei reparti di terapia intensiva.
Con l’arrivo di temperature più fredde però a Nairobi c’è un aumento quotidiano dei contagi e sicuramente il numero di tamponi andrebbe aumentato per rendersi conto di quanto già sia diffuso il coronavirus nella capitale, dato che dagli slum e dal quartiere islamico di Eastleigh piano piano si è propagato ora nelle zone residenziali e commerciali come Westland (ieri capofila dei casi, con 13 positivi) e Langata e che ha colpito anche lo staff del Presidente Kenyatta.
Tutti i 133 casi sono keniani, di cui 88 maschi e 45 femmine.
“Dobbiamo chiederci perché gli uomini in Kenya siano così tanto più propensi a subire il contagio delle donne – ha detto il Ministro della Salute Mutahi Kagwe presentando i dati di martedì 16 giugno nella consueta conferenza stampa – probabilmente questo si deve alla maggior responsabilità delle donne e alle diverse abitudini. I cittadini di sesso maschile prendano esempio”.
Kagwe ha poi confermato che altri 40 pazienti sono stati dimessi portando il totale delle guarigioni nel Paese a 1.326.
Purtroppo, un altro paziente ha perso la vita per la malattia, con un totale di 105 decessi.
I 133 casi positivi sono distribuiti nelle seguenti contee: Nairobi, 86, Mombasa, 27, Kiambu, 7 Busia, 5 Muranga, Kilifi, Kajiado e Migori, 2 casi ciascuno, Machakos 1 caso.