Muoiono solo persone già malate, questo si dice al Ministero della Salute. Lo aveva confermato anche il Segretario Amministrativo Rashid Abdi Aman. Sottovoce, per non autorizzare nessuno ad abbassare la guardia su un virus che in realtà, da quando è apparso in Kenya, non ha attecchito come in altri Paesi africani, specialmente quelli del nord, nell’area magrebina e il Sudafrica.
La tempestività del Paese nella chiusura agli stranieri e nel quarantinare in strutture pubbliche chiunque facesse il suo ingresso in Kenya, cittadini e residenti, ha sicuramente contribuito molto a questi risultati e si spera che il virus stia perdendo forza ora e mieta meno persone sane.
Ieri sono stati registrati altri 59 casi di positività, frutto di 1518 tamponi mirati, eseguiti soprattutto in centri di quarantena dove erano stati trasferiti parenti o contatti diretti di casi già riscontrati.
Questo è avvenuto anche, ad esempio, nella Contea di Kilifi dove per tre giorni di seguito è stato rilevato un caso, nel centro di quarantena di Rabai, nell’entroterra di Kilifi.
Purtroppo tra i pazienti ricoverati da tempo, altri cinque hanno dovuto soccombere al virus ma appunto si trattava di persone affette da problemi cardiocircolatori, respiratori o diabete.
Mentre i positivi totali superano i 2000 (sono esattamente 2021) e i casi attivi sono 1468, otto pazienti sono stati dimessi dagli ospedali nelle ultime 24 ore, portando a 485 il numero totale di quelli che si sono ripresi.
Dei casi segnalati oggi, il più giovane ha 24 anni, mentre il più anziano ne ha 76. 24 sono femmine e 35 sono maschi.
In termini di distribuzione dei casi per contea, Nairobi ha 29 casi, Mombasa (14), Turkana (6), Busia (4), Taita Taveta (2), Kajiado (2), Kiambu e Kilifi, uno ciascuno.
A Nairobi, i casi sono così distribuiti: Ruaraka (8) Westlands (6), Dagoretti North (4), Langata (4), Kibra (3) Embakasi East, Kasarani, Kamkunji e Madaraka, hanno tutti un caso ciascuno.
Tutti gli otto casi di Ruaraka provengono da strutture di quarantena.
A Mombasa; Mvita (il centro storico) ha 6 casi, mentre Nyali, Jomvu e Changamwe ne hanno 2 ciascuno. Gli altri casi riguardano soprattutto zone di confine, dove vengono trattenuti camionisti che entrano in Kenya e vengono sottoposti a tampone obbligatorio.
Il Ministro della Salute Mutahi Kagwe che ha parlato e fornito i numeri a margine delle celebrazioni per il Madaraka Day, ha chiesto ai keniani di continuare a seguire le direttive stabilite dal governo, tra cui l'uso di maschere, l'allontanamento sociale e il lavarsi regolarmente le mani per combattere la malattia.